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Cuprense in ascesa con Clerici: questione di testa

Dopo un lungo inseguimento la Cuprense si è tirata fuori per la prima volta dalla zona playout. Non è un caso, è solo la logica conseguenza del buon momento attraversato dalla squadra e da una quadratura del cerchio trovata tra tante difficoltà dal tecnico Gianni Clerici, tornato a campionato iniziato in riva all´adriatico dopo una parentesi di cinque anni per sostituire mister Di Marco. Con la Cuprense Clerici aveva vinto un campionato di prima categoria e fatto i playoff in promozione l´anno successivo. "e stata una gioia tornare: io qui sto bene, mi sento in famiglia, come a casa - confessa Clerici - e c´è tutto quello che un allenatore può avere per lavorare in tranquillità. Quando la società, che ringrazio tantissimo per avermi dato l´opportunità di rimettermi in gioco, mi ha chiamato, tempo un quarto d´ora che ero da loro. Qui ho ritrovato tanti amici e mi ha fatto piacere che sia tornato a dare una mano l´ex presidente Caporossi, una persona straordinaria, forse il miglior presidente che ho mai avuto. Senza nulla togliere agli altri". Una bella dichiarazione d´amore per un allenatore in campo da 33 anni e forse tra quelli in attività è quello può vantare un record così lungo. "Ho iniziato presto ad allenare - dice il tecnico ascolano -. Ho fatto di tutto partendo dal settore giovanile dell´Elettrocarbonium, poi quello dell´Ascoli, quindi i vari campionati dilettantistici. Dopo tanti anni, questo é stato il primo in cui non ho fatto la preparazione, ma sono arrivato a stagione iniziata". Tre mesi a rincorrere, ma alla fine la classifica e tornata a sorridere... "Al momento siamo fuori dai playout, ma la strada da fare é tanto lunga e difficile" — dice il tecnico -. Adesso ci siamo organizzati bene, ho trovato l´equilibrio della squadra, molto dipenderà dagli episodi a favore o meno, Ora la squadra è in grado di giocarsela con tutti. E dura, strada facendo ho cambiato alcuni ruoli e devo dire per il momento indovinando, più gli innesti che abbiamo fatto a dicembre ci hanno portato a questa nuova situazione. Pero ripeto: la classifica e ancora corta e fra un po´ si dividerà in due tronconi tra chi lotterà per i playoff e chi per evitare i playout". Perché la sua squadra tardava ad ingranare? , "Ho dovuto lavorare tantissimo sulle teste, sull´umiltà, sulla non presunzione: nonostante la brutta classifica questa era una squadra poco umile. Io mi rendo conto che ai giocatori posso risultare antipatico, duro, a volte ho anche esagerato ma, quello che ho fatto e stato solo ed esclusivamente nel loro interesse . Adesso ne stiamo venendo fuori, ma non ci deve stare la benché minima illusione perché potremmo ricadere in quello stato psicologico di prima. Per essere competitivi con le altre squadre non dipende dagli avversari ma dalla umiltà con cui scendiamo in campo. Lo si è visto sabato contro la Vigor Pollenza dove abbiamo fatto un primo tempo dando per scontato il risultato e siamo passati in svantaggio, poi nel secondo tempo siamo riusciti a vincere e forse è l´unica volta che posso affermare che ci poteva stare anche il pareggio".


scritto da Giuseppe Moreschini (Corriere Adriatico)